giovedì 5 marzo 2015

Dubbi su un articolo di "Storia in rete"



Oggi la rivista online "Storia in Rete" pubblica una notizia importante per i cultori di vicende militari: il ritrovamento della supercorazzata giapponese Musashi, gemella della colossale Yamato, tra le più grandi e potenti navi da battaglia mai costruite. (Articolo)

Questa corazzata gigante fu affondata dagli aerei americani della Task Force 58 nel Mare di Sibuyan durante la Battaglia di Leyte il 24 ottobre 1944. A nulla valse il suo poderoso armamento contraereo, dopo 17 bombe e 20 siluri (!) la nave si rovescò sulla dritta e portò con sé oltre 1.000 marinai e il suo comandante. Ora il milardario americano Paul Allen ha annunciato di averla ritrovata.

Non ho motivi per mettere in dubbio la veridicità della notizia e i particolari interessanti sulle ultime ore della nave, tuttavia nell'articolo mi sembra di avere individuato almeno due inesattezze.

Primo: La Musashi  fu varata il 5 agosto del 1942 nel porto dell'arsenale di Kure (e non di Nagasaki, come erroneamente scrive l'articolo). È dunque impossibile che "gli americani affacciati alla finestra della loro ambasciata" la potessero vedere, per la semplice ragione che in quel momento USA e Giappone erano già in guerra (dal 7 dicembre 1941, precisamente). Inoltre le ambasciate si trovano sempre nella capitale di uno stato e in nessun'altra città.

Secondo: L'articolo cita la testimonianza di un marinaio della portaerei americana Franklin (classe Essex) che "incrociò la Musashi nel Mare di Sibuyan". A parte il fatto che le portaerei che presero parte all'attacco furono la Essex, la Intrepid e la Lexington (1), è assai improbabile che una portaerei si sia avvicinata così tanto a una nave da battaglia nemica, il cui solo armamento secondario sarebbe stato sufficiente per farla a pezzi. Così accadde ad esempio alla portaerei inglese Glorious l'8 giugno 1940 quando venne sorpresa dagli incrociatori da battaglia Scharnhorst e Gneisenau che l'affondarono, o all'americana Gambier Bay contro la corazzata giapponese Kongo durante la Battaglia di Leyte.

Saranno particolari da poco, ma la loro inesattezza nuoce all'articolo nel suo complesso. Un peccato, perché per la prima volta mi è capitato di leggere espressioni di ammirazione da parte degli americani per il valore dei loro nemici, specialmente se giapponesi. Forse il tempo comincia a medicare le ferite di una guerra combattuta con assoluta spietatezza da entrambe le parti..

Quanto all'utilità militare dei due supercolossi Yamato e Musashi (quella all'inizio dell'articolo è una delle sue rarissime foto, tra parentesi), forse vale il giudizio degli stessi giovani ufficiali di marina giapponesi: "Tre cose al mondo non servono a niente: le Piramidi D'Egitto, la Grande Muraglia e la Yamato". E il nostro maggiore esperto di storia navale, il compianto professor Alberto Santoni, in un articolo su queste supercorazzate concluse lapidariamente: "Nella storia delle costruzioni navali nulla fu più inutile di queste due gigantesche navi fuori dal tempo".

Giovanni Romano

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(1) Era la seconda portaerei statunitense a portare questo nome durante la Seconda Guerra Mondiale. La prima Lexington (classe Saratoga) era stata affondata nella Battaglia del Mar dei Coralli l'8 maggio 1942.

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