mercoledì 31 marzo 2010

La sommessa bellezza della democrazia reale

Sono andato a votare domenica pomeriggio, subito dopo pranzo. In quel momento era tutto incantevolmente tranquillo, sembrava già primavera inoltrata, con il sole dorato e le ombre nette, con gli uccellini che cinguettavano nel giardino della scuola dopo un duro inverno, e niente "amici" in agguato fuori dal seggio, che si ricordano di te solo quando si vota.

Nell'ingresso, due poliziotti e un vigile urbano seduti al tavolo, di fronte a un televisore che guardavano "Domenica In" mentre cantava la belloccia di turno, e chiacchieravano dei fatti loro. Nella mia sezione, il presidente e gli scrutatori tutti cortesi e disponibili. Votare, salutare tutti e uscire è stata una faccenda di cinque minuti. E poi di nuovo a casa.

Proprio niente di speciale, ma ho visto come dovrebbe essere veramente la democrazia, e come vorrei che fosse. Una faccenda semplice, quotidiana, senza retorica. Ci sarà democrazia in Italia non perché tanti ne parlano dai comizi o dai talk shows, ma fino a quando i poliziotti all'ingresso resteranno a guardare "Domenica In" e a chiacchierare dei fatti loro perché non c'è pericolo che succeda niente. Lo diceva in modo insuperabile Ernest Bevin : "La libertà è sapere che quando suonano alla porta di casa è il lattaio".

Giovanni Romano

lunedì 22 marzo 2010

Obama e la malafede della RAI

"Si può costruire un palazzo di cristallo sul cadavere di un bambino?"
FJODOR DOSTOJEVSKIJ

Alla fine Obama ce l'ha fatta. E' riuscito a ottenere la sua riforma sanitaria anche contro un'opinione pubblica non precisamente schierata a suo favore. Non voglio discutere qui se si tratti di una riforma giusta o meno, opportuna o meno. Quello che m'interessa è far notare la grossolana manipolazione operata dai TG RAI quando hanno riportato la notizia.

Al momento dell'ultimo voto, quando il progetto di legge è stato approvato, l'aula della Camera dei Rappresentanti si è spaccata in due. I democratici hanno applaudito, mentre dai repubblicani sono venute grida di "Baby killers! Baby killers!". I TG RAI hanno tradotto semplicemente con "Assassini!", ma quel che hanno gridato esattamente i repubblicani è: "Assassini di bambini!", in riferimento al finanziamento federale dell'aborto che questa legge introduce.

La RAI e i giornali "laici" non sono certo nuovi a questo tipo di censura. Ad esempio, quando si parla di una riuscita terapia a base di cellule staminali, si omette scrupolosamente di aggiungere che si tratta di cellule staminali adulte. Quelle embrionali non sono mai state trovate utili per nessuna cura, ma tant'è: tutto fa brodo pur di diffondere consapevolmente una mistificazione.

E poi mi vengono a dire che è Berlusconi a censurare le notizie.

Giovanni Romano

domenica 21 marzo 2010

"Ci fidiamo di Cota, non ci fidiamo dell'UDC". Piemonte: il nuovo manifesto di Alleanza Cattolica

Non sono piemontese e nemmeno leghista, ma qui è in gioco un conflitto di culture e di elementare coerenza cattolica, di cui l'UCD si è fatta beffe in modo spregevole. Particolarmente significativo il richiamo a non farsi incantare dalla sterile, legalistica "onestà" delle "brave persone" che finiscono per sostenere politiche aberranti e inumane.


Ci fidiamo di Cota, non ci fidiamo dell’UDC

Rafforzati da un contatto quotidiano con i candidati e con i piemontesi che hanno seguito con passione la campagna “Alleanza per Cota” di Alleanza Cattolica, ribadiamo con ancora maggiore convinzione l’invito ai cattolici a votare Roberto Cota:

– perché sui valori non negoziabili della vita, della famiglia, della scuola il suo programma è in sintonia con quanto ci sta a cuore come cattolici, mentre la Bresso è per la banalizzazione dell'aborto, per il matrimonio omosessuale, per tagliare i sostegni alle scuole non statali;

– perché il programma di Cota sull'immigrazione è moderato e ragionevole, mentre il Piano Bresso sugli immigrati non protegge dai clandestini, non tutela i piemontesi e prende dalle tasche dei contribuenti quattro milioni di euro all’anno per ambigui carrozzoni regionali;

– perché Cota ha costantemente dimostrato il suo sostegno ai valori non negoziabili in Regione, in Parlamento e in campagna elettorale, mentre la Bresso ancora nelle ultime settimane ha firmato per la vendita in farmacia della pillola del giorno dopo senza ricetta e si è dichiarata “assolutamente d’accordo” con il matrimonio fra due lesbiche “celebrato” a Torino dal sindaco Chiamparino.

Alcuni ci chiedono che cosa pensiamo della posizione dell’UDC. Per quanto nell'UDC ci siano certamente brave persone, pensiamo come cattolici di non potere in alcun modo sostenere l’UDC:

– perché chi fa la croce sull’UDC vota automaticamente il listino della Bresso, che comprende personaggi come Vincenzo Chieppa, segretario dei Comunisti Italiani che inneggia a Cuba e alla Corea del Nord, offre assistenza a chi stacca i crocefissi dalle aule scolastiche e sul suo sito offende il Papa e la Chiesa;

– perché chi fa la croce sull’UDC vota automaticamente la Bresso, le cui posizioni in materia di aborto, eutanasia, unioni omosessuali sono inaccettabili e sono al centro del suo programma;

– perché chi fa la croce sull’UDC sostiene una dirigenza dell’UDC che in Piemonte diffama il cattolico Cota accusandolo in modo assurdo di essere un adepto di “riti celtici del dio Po” e presentando in modo distorto le posizioni di Cota sull’immigrazione, che sono invece rispettose sia dei veri diritti degli immigrati regolari sia dell’identità cristiana delle nostre terre. Questa dirigenza afferma che la Bresso ha sottoscritto con l’UDC un impegno a difendere “la vita e la salute”, ma non spiega che per la Bresso quella dell’embrione o dei disabili come Eluana Englaro non è vita, e che la salute per lei comprende l’aborto. Racconta pure che grazie all’UDC la Bresso ha escluso dalla sua coalizione Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, che invece gli elettori troveranno regolarmente sulla scheda tra le liste coalizzate con la Bresso con tanto di falce e martello, in strana compagnia con lo scudo crociato dell’UDC, e del resto insieme anche alla lista Bonino-Pannella.

L’invito dunque non cambia: resistendo alle sirene dell’astensione, del voto alle “brave persone” che ignora i principi e i programmi, e ai falsi “patti” con la Bresso che hanno il solo scopo di creare confusione, per la vita, per la famiglia, per la libertà di educazione, per una politica realistica dell’immigrazione votiamo Roberto Cota.

Torino, 18 marzo 2009 Alleanza Cattolica Seguici su www.alleanzapercota.org

mercoledì 10 marzo 2010

Il Popolo Felice della Grande Brutopia

"C'è un paese dove avviare un'attività imprenditoriale è più complicato che nello Yemen, dove il rilascio di un permesso per costruire la sede di un esercizio commerciale è più oneroso che in Kazakistan, dove registrare una proprietà porta via più tempo che in India, dove pagare le tasse è più incasinato che in Burkina Faso, dove ottenere un credito è più difficile che nello Zambia, dove per far rispettare un contratto la giustizia ci mette più tempo che in Pakistan". (Fonte: Doing Business 2010, Banca Mondiale, citata da www.tempi.it).

E' la legalità, bellezza!

Giovanni Romano

lunedì 8 marzo 2010

YouTube, o la teledipendenza di ritorno

Premetto che quanto sto per scrivere vale solo per me. Ho saltato un mese intero di blog per ragioni di salute ma soprattutto perché ho scoperto YouTube, e ne sono rimasto completamente irretito. Praticamente è una TV con un miliardo di canali (ho scoperto l'acqua calda!), c'è veramente di tutto, e vi ho trovato alcuni generi di video che mi piacciono molto: le ferrovie (reali o modellistiche), i trasporti, i filmati storici (specialmente quelli della seconda guerra mondiale), i combattimenti arei reali o virtuali...

Più che un elenco dei miei interessi, però, credo sia interessante parlare dell'effetto che tutto questo ha avuto su di me. Passare molto tempo al computer, anche prima di Facebook e Youtube, mi ha in gran parte distolto dalla lettura, ed è un vero peccato perché il libro non ha virus (tranne a volte le idee che contiene), non ha bisogno di corrente tranne la luce di una lampada la sera, non fa rumore e non emette radiazioni, non ci costringe a pigiare tasti per andare avanti, si lascia assimilare con il nostro ritmo, entra a far parte di noi in modo molto più "dolce" e al tempo stesso più profondo rispetto all'immediatezza violenta dei suoni e delle immagini.

E allora perché abbandonare la lettura? Perché il computer è apparentemente più gratificante, ci dà una sensazione di potenza (sbagliato, perché siamo noi le sue periferiche), d'interattività reale o illusoria, ma in ogni caso immediata, con persone di tutto il mondo. Non dico che questo sia negativo in sé, ma rischia di diventare una vera e propria droga (anche qui scopro l'acqua calda). Col computer c'è sempre "qualcosa da fare", e questo, a ben pensarci, è il contrario della concentrazione.

Prima di conoscere Youtube, tuttavia, ritenevo che la perdita della lettura fosse compensata dalla maggiore "attività" di fronte allo schermo: scrivere articoli e lettere, curare il blog, tenere la contabilità, informarmi via Internet, giocare ecc. Guardavo dall'alto in basso i "teledipendenti" puramente passivi ancora attaccati a quell'aggeggio arcaico che è il televisore, che infatti non guardo quasi più da molto tempo.

Tutto questo, però, è cambiato con YouTube, e devo ammettere di essere tornato a una teledipendenza forse peggiore di quella televisiva. Guardare i filmati mi ha riportato alla passività. Basta fare qualche click, e tutto il resto si svolge davanti ai nostri occhi senza bisogno di nessun altro intervento. Si resta semplicemente a guardare, e anche l'interattività con altri utenti è molto ridotta, certamente minore rispetto a Facebook o e ai siti di social network. E anche se ho postato più di un video, non si può certo definire "interattività" il piacere narcisistico di controllare quante persone e quando, e da dove, hanno guardato i miei filmati.

La brevità dei filmati, inoltre, rende frammentaria l'esperienza visiva: non si raccontano più storie, si raccolgono solo impressioni. Questo non significa che alcuni filmati anche brevi siano molto belli, ma certamente la tendenza generale è questa. Una volta poi che si diventa più navigati, è peggio ancora, perché si salta da un video all'altro dopo nemmeno pochi secondi, tale e quale come lo zapping.

In terzo luogo, YouTube è un oceano di rimandi senza fine. Ogni filmato ne richiama come minimo altri dieci. E' facile dire che qui si guarda solo ciò che si vuole guardare, ma appunto questo è il problema, perché chiudersi nel cerchio dei propri interessi ne esclude tutti gli altri. E' come trovarsi nel Paese dei Balocchi: l'abbondanza è tale che alla fine viene a nausea, o meglio questo labirinto sterminato lascia addirittura un senso di sgomento e d'indefinibile tristezza. Ho trovato quello che cercavo, l'ho trovato molto più di quanto pensassi... ma questo accumulo di immagini su immagini, filmati su filmati, impressioni su impressioni era veramente quello che cercavo? Cliccare all'infinito. Ma per trovare cosa? Ne vale la pena? E il mio io, nel frattempo, dov'è andato a finire?

Ecco perché ritornare al blog, cioè a una fatica creativa, pur non togliendomi la pesantezza dello stare davanti al computer mi sembra un prodigio di creatività rispetto alla fruizione puramente passiva di YouTube.

Giovanni Romano

domenica 7 marzo 2010

L'inquietante saga delle corazzate classe "Queen Victoria"




"Ho visto riferire dai giornali di grandi battaglie dove non era avvenuto nulla,
e completo silenzio dove centinaia di uomini erano caduti"
GEORGE ORWELL, Homage to Catalonia

Secondo il sito http://tinyurl.com/y8me9nm Le corazzate inglesi della classe "Queen Victoria" erano le più potenti del mondo al momento dell'entrata in servizio nel 1915. Con un dislocamento a pieno carico di 35.502 t, 10 cannoni da 381 e 14 da 152, una velocità di 25 nodi, erano un formidabile avversario per qualunque marina, in primo luogo per quella tedesca. Delle quattro unità costruite (Queen Victoria, Nile, Trafalgar e Devastation), la Devastation andò perduta il 31 maggio del 1916 durante la Battaglia dello Jutland per esplosione nei depositi munizioni quando venne colpita dal tiro germanico.

Nel periodo delle due guerre, le tre navi superstiti furono sottoposte a grandi lavori di ammodernamento, e parteciparono alla seconda guerra mondiale proteggendo i convogli in navigazione verso la Russia nel Nord Atlantico. Fu in questa attività che la Nile venne affondata il 17 giugno del 1943 nel corso di un furioso combattimento contro la flotta tedesca uscita in massa dai porti norvegesi. Bersagliata dalle moderne navi da battaglia tedesche Odin e Moltke, subì danni così gravi che dovette ritirarsi ed essere affondata dal proprio equipaggio. L'intervento delle supernavi da battaglia britanniche Lion, Howe e Temeraire, comunque, risolse la situazione a favore degli inglesi e si concluse con un massacro della flotta tedesca. Tutte le navi da battaglia germaniche furono affondate: la Bismarck, la Odin, la Tirpitz, la Moltke e l'incrociatore da battaglia Scharnhorst.

La Queen Victoria e la Devastation, ormai obsolete, furono impiegate nell'appoggio allo sbarco in Normandia dove si rivelarono preziose con i loro 10 cannoni da 381. Dopo la guerra, furono messe in disarmo e radiate nel 1948.

A questo punto, gli esperti di storia militare avranno già sbarrato gli occhi e penseranno che io sia diventato pazzo o ubriaco. E avrebbero ragione, perché

NESSUNA CORAZZATA CLASSE "QUEEN VICTORIA" E' MAI ESISTITA

La Royal Navy non ha mai avuto nessuna nave che si chiamasse "Queen Victoria". I nomi delle altre sono stati effettivamente portati da altre unità, ma da nessuna corazzata britannica nella Seconda Guerra Mondiale. La battaglia dello Jutland è vera, così come sono veramente esistite le due corazzate tedesche Bismarck e Tirpitz e l'incrociatore da battaglia Scharnhorst, ma non la Odin né la Moltke. Inoltre, la Bismarck non combattè mai assieme alla gemella Tirpitz perché era stata affondata nel maggio del 1941. La Marina britannica aveva in progetto le supercorazzate classe Lion ma non vennero mai realizzate.

Il sito cui ho fatto riferimento è uno dei tanti specializzati in "Alternate History", vale a dire la ricostruzione di ipotetici scontri con navi più o meno di fantasia, oppure la partecipazione di navi di fantasia a battaglie realmente accadute. Fino a quando si ammette apertamente che si tratta di fantasie, non c'è niente di male. Il sito, del resto, è ricco di interessanti disegni su progetti effettivamente studiati dalle varie marine ma mai realizzati.

Il problema nasce quando si spaccia per verità storica quello che non è mai accaduto. Nella pagina che ho citato, non c'è una sola parola di avvertimento che si tratta di "alternate history". La foto della "Queen Victoria", ad esempio, è un falso, un'elaborazione grafica di un progetto mai realizzato, e così le foto delle altre unità, prima e dopo il loro "ammodernamento". Le vicende di queste navi-fantasma sono un mix di realtà e di pura fantasia, e non è possibile distinguere dove finisce la prima e dove comincia la seconda.

Questo m'inquieta particolarmente. Fino a oggi, e speriamo per molto tempo ancora, i ricercatori di professione, o semplicemente chi ha tempo e pazienza per verificare le fonti, possono ancora ricostruire gli avvenimenti relativamente recenti delle due guerre mondiali così come sono accaduti. Ma Internet favorisce molto la pigrizia mentale, e le tecniche di manipolazione grafica sono diventate così perfezionate che ormai è diventato impossibile distinguere il falso. E se per caso la documentazione originale andasse perduta, anche per semplice trascuratezza (un rischio tutt'altro che remoto) siti come quello diventaranno delle fonti storiche a tutti gli effetti.

Pensateci, quando vi vien da dire: "L'ho trovato su Internet"...

Giovanni Romano